Le grandi cernie delle Costa Smeralda

Salvatore mi aveva promesso una “gita” su dei relitti a largo di Olbia ma nei giorni precedenti avevamo visto e preso numerose cernie (soprattutto lui che è un grande campione!) anche di taglia, pescando su fondali dai -20 ai -60 metri.

Qualcosa però ci mancava, sì perché la Sardegna è famosa per questo tipo di pesce, ce ne sono ancora in abbondanza anche se sempre più difficili da scovare e catturare.


Volevamo la sfida con una di quelle che poi racconti agli amici davanti ad una birra senza avere la paura di esagerare.


Nei suoi racconti, lui che da tanti anni vive e pesca qui, Salvatore Roccaforte mi ha raccontato di aver visto e preso un po’ di tutto e che, nelle giuste giornate, questo mare non tradisce le attese.

Partiamo di mattina presto con la speranza di incrociare qualche bel dentice. Viaggiamo verso nord e cominciamo a fare qualche tuffo con la luce ancora scarsa dell’alba che è la parte della giornata che preferisco: pochi rumori, poche barche. Non troviamo nulla di interessante: stiamo su batimetriche tra i -20 ed i -30 metri, ma poco movimento. Qualche sarago e qualche cerniotta troppo piccola da pescare.

Ci spostiamo ancora più a nord dove Salvatore conosce uno sperone di roccia che vale la pena visitare. È ripido e scende subito verso il fondo ed inoltre è pieno di grandi massi e lastroni: un ambiente ideale per lo sviluppo della vita sottomarina.

Ci buttiamo in acqua dal gommone e Salvatore con il suo ritmo solito è già sceso e risalito un paio di volte.

Mi preparo anche io e vado giù.

Man mano che scendo resto incantato dal fondale magnifico, ma mi salta all’occhio anche una sagoma che inevitabilmente fa sparire tutto il resto. Sono distante ancora una quindicina di metri ma ne sono sicuro è lei, la regina.
È ferma, maestosa e regale a fianco di una grande roccia intorno ai -30 metri e io so che non devo essere impaziente per non spaventarla: perderebbe di colpo la sua regalità guizzando via più veloce di un lampo. Allora cado immobile, sfruttando il mio peso, per qualche altro metro

in attimi che non sembrano passare mai né per arrivare in una posizione ottimale e né soprattutto per i miei polmoni che sono sotto stress.

Ma alla fine sparo e il tiro va a segno!

Presa, bene! Posso risalire con quella euforia da sfida vinta che fa guadagnare qualche secondo d’aria.
Guardando verso il basso mentre risalgo capisco che non mi ero sbagliato è una cernia di mole, una gran bella cattura!
La recupera Salvatore che si tuffa prontamente perché ha visto la scena.


“Bravo, mi hai fottuto” mi dice sorridendo…


Un complimento colorito, ma un complimento di un campione non è mai banale.

The Big Grouper

La pesca il apnea a grandi profondità è uno SPORT ESTREMO. I rischi legati a questa pratica possono risultare FATALI anche ad atleti di pluriennale esperienza se non si segue una FERREA DISCIPLINA: sempre in acqua con il COMPAGNO, grande PREPARAZIONE psico-fisica, dotazioni di SICUREZZA e barca d’appoggio, tempi di RECUPERO appropriati, CONOSCENZA APPROFONDITA della disciplina Apnea e dei propri LIMITI, sono elementi essenziali per la mitigazione del RISCHIO MORTE!