Pierluigi Leggeri

La RICERCA DELL’ESTREMO (ci sono stato solo io…)

Da sempre sono affascinato dai luoghi estremi. Questi sono lontani dalla contaminazione dell’uomo, dalla sua frequentazione abituale, sono luoghi di perfetto e precario equilibrio naturale. Luoghi senza tempo, inospitali, duri, affascinanti: lì possiamo essere solo di passaggio. Alcuni di questi sono insospettabilmente vicini, altri immensamente remoti. In certi ci sono stato, in fondo al mare, in tanti altri non ancora e l’attrazione è forte.

Pierluigi Leggeri

Il mare è qualcosa che ti nasce dentro. Non lo cerchi è lui che ti trova e quando accade non riesci più ad abbandonarlo.

Sono nato in una città di mare. L’azzurro ed il sale fanno parte del mio DNA della mia storia. Ed è da bambino che ho avuto il colpo di fulmine… lo guardavo, mi incantavo e gli ho fatto una promessa senza rendermene conto: “io non ti lascerò mai!”. Ho amato l’apnea da subito; nelle estati in Calabria ero affascinato dalle storie dei pescatori del luogo, del mito delle loro catture, delle avventure al limite dell’incoscienza. Mi chiedevo, chissà cosa c’è in fondo al mare e me lo chiedo tutt’ora perché è la curiosità che alimenta la voglia di fare e di mettersi alla prova. Il fascino della pesca e dell’immersione in un elemento misterioso sono alimentate da questa curiosità e la curiosità crea la sfida.

LA PESCA IN APNEA

La pesca è tra le attività umane più antiche, legata all’istinto di sopravvivenza dell’uomo. Oggi, praticata a livello industriale e senza scrupoli, è da considerare una delle attività umane più distruttive nei confronti dell’equilibrio degli ecosistemi. In questo consiste l’ingiustizia, nell’eccessivo, miope sfruttamento del mare. La pesca subacquea in apnea, è la forma più sostenibile di pesca: si pratica in un elemento dove abbiamo tempi di permanenza molto limitati, secondi, minuti per qualche persona dotata, scarsa velocità di movimento in confronto ai pesci, armi molto rudimentali come i fucili che sparano frecce a non più di qualche metro. La pesca in apnea  fatta su pochi esemplari adulti non altera gli equilibri dell’ambiente marino.

LA PESCA A PROFONDITÀ ESTREME

Sfidarmi, migliorarmi. Raggiungere un limite e comprenderlo, poi superarlo… L’incoscienza prima citata si trasforma in conoscenza di sé. Voglio scoprire fin dove posso arrivare, fin dove posso spingermi. Mi piace essere il primo a raggiungere un fondale, mi piace essere l’unico ad aver pescato lì in quelle condizioni, ma soprattutto mi piace misurarmi con il mare. Sono un essere umano e già so che il mare vincerà sempre però sfiorare l’impossibile mi attrae e sfiorarlo in mare è la mia passione.

LA FOTOGRAFIA SUBACQUEA IN APNEA

Non è affatto detto che la cattura materiale di un bell’esemplare di pesce sia la cosa più emozionante! Nel mondo sottomarino c’è molto più da catturare con gli occhi che non con un fucile ed una cattura fotografica rimane per sempre nei tuoi ricordi ed in quelli con cui la condividi. Amo scoprire gli angoli più remoti che una bella destinazione offre, i più inesplorati, con maggior possibilità di osservare una natura indisturbata, in equilibrio. Amo farlo in apnea perché in questo modo mi sento parte di quell’angolo di mare.

Pierluigi Leggeri

RISPETTARE LA NATURA DEL MARE SEMPRE

Il mare è un mondo a se e quando ci avviciniamo dobbiamo comprenderne le leggi e rispettarle perché il mare è fonte di vita e senza mare niente potrebbe esistere.

La sfida con il mare è impari. Lui vince sempre. Ogni volta che mi immergo so a cosa vado incontro ma solo per quello che mi riguarda perché quello che c’è giù non è mai totalmente prevedibile.

Pierluigi Leggeri